"ADESSO LO SAPPIAMO QUANTO È TRISTE / STARE LONTANI UN METRO"
Nei vari telegiornali, infatti, gli epidemiologi si esprimono dicendo che siamo ancora in una fase preoccupante: il picco dei malati deve ancora arrivare, la possibilità di un lieve miglioramento ci sarà nei prossimi mesi (ma solo se continuiamo a rispettare tutti le giuste regole di igiene e prevenzione), l’arrivo del caldo darà un grande aiuto, anche se purtroppo per vaccini o cure specifiche ci vorrà ancora tempo.
Se le piazze sono vuote, li ospedali invece sono strapieni, i medici e gli infermieri lavorano ininterrottamente e molte persone purtroppo muoiono perché non riescono ad essere assistite come vorrebbero per mancanza anche di macchinari. La morte di un essere umano in questi casi è atroce, perché entrati in ospedale la vita per loro scompare, e nella drammaticità generale diventano dei numeri nelle stime dei telegiornali, entrano in solitudine senza nessuna persona cara al loro fianco, si sentono abbandonati e lasciati al loro destino, se i medici non riescono a curarli.
Dall’altro lato, ci sono le persone a loro care che soffrono tantissimo, sentendosi impotenti davanti a una realtà così dura, senza poter più vedere almeno per l’ultima volta le persone amate, senza poter dare loro l’ultima carezza, l’ultimo bacio prima di lasciarle andare via. Tutto questo è ingiusto.
NOI, LA SCUOLA, IL COVID-19, LA STORIA
E così la storia arriva all'improvviso. Lo avevamo detto durante le lezioni di storia, con le pagine dei libri aperte sulle pagine del tempo di anni e anni fa, lo abbiamo compreso in questi giorni vivendo, con la storia che ci è precipitata addosso con tutto il suo carico di realtà, con tutta la sua drammaticità, con tutta la sua grandezza. Sì, perché se stiamo assistendo ad un vero e proprio cambiamento che sta interessando quel mondo che avevamo iniziato ad amare, il nostro mondo, fatto di storie quotidiane, di semplicità e emozioni che ci sembravano per sempre, di benessere, così come abbiamo visto il nostro mondo scomparire per rinchiudersi nel piccolo della nostra camera, nei muri delle nostre case, la storia ci insegna che è fatta di grandi lacrime e grandi eroi, messaggi di speranza, gente che resiste, gente che sopporta, che cerca di fare qualcosa di importante, salva vite, difende l'umanità, ci insegna che la vita è più grande di tutto, è la sola cosa che conta.
Allora questo blog. Questo blog arriva per dare un piccolo contributo, per dire che quelle aule vuote non ci hanno fermato, per ricordare a noi stessi che c'è molto di più tra quei banchi e quegli zaini con cui passiamo la maggior parte del tempo. Il coronavirus ci ha privato della nostra libertà, e l'indice della libertà di un popolo, di un Paese si misura con l'indice di accessibilità alla scuola, che è da sempre l'Istituzione formativa più importante, perchè è qui che si misura il ragazzo di oggi, e si forma il cittadino di domani. La scuola c'è. La Dirigente, la Vicepreside, il personale Ata, i docenti, gli alunni, ci siamo tutti perchè quel qualcosa di bello che stavamo costruendo non possa essere interrotto. Ci siamo e siamo presenti anche più di prima, con la nostra indigestione di tecnologia, con le videolezioni, con i compiti, con le connessioni che non sempre reggono, le mail, le videoconferenze che consentono di non recidere quel legame relazionale e di scambio umano che è alla base di questa Istituzione... questo blog è per dire a tutti che mancate, ma per dire che ci siamo.
Ci siamo mentre Dirigente e docenti cercano di redimere problematiche continue, reti sovraccariche e alunni che hanno bisogno di una guida in più, oltre l'orario di servizio, per mettere da parte la nostra e la vostra tristezza, la nostra e la vostra stanchezza, per dire che siamo davvero una comunità, e lì dove non arriva internet, arrivano i sentimenti, vera base di ogni insegnamento, di ogni educazione.
Grazie ragazzi per le vostre parole, le parole che curano.
Questo blog è per noi, per voi.
LDA
Tutto ha avuto inizio più o meno qualche mese fa, qualcosa stava accadendo, pian piano ci siamo ritrovati partecipi di una realtà diversa, il “Coronavirus" è arrivato anche in Italia. Tutto è cambiato, la gente ha paura e i gli sguardi di tutti lo dimostrano. Il paese è desolato e anche nell’aria si respira uno stato d’ansia reciproco, ecco perché Papa Francesco ha dato la benedizione Urbi et Orbi, un evento eccezionale durante il quale ha chiesto a nostro Signore di aiutarci a uscire fuori da questa "tempesta". Una tempesta che ci è crollata addosso, sconvolgendo le nostre vite.E così la storia arriva all'improvviso. Lo avevamo detto durante le lezioni di storia, con le pagine dei libri aperte sulle pagine del tempo di anni e anni fa, lo abbiamo compreso in questi giorni vivendo, con la storia che ci è precipitata addosso con tutto il suo carico di realtà, con tutta la sua drammaticità, con tutta la sua grandezza. Sì, perché se stiamo assistendo ad un vero e proprio cambiamento che sta interessando quel mondo che avevamo iniziato ad amare, il nostro mondo, fatto di storie quotidiane, di semplicità e emozioni che ci sembravano per sempre, di benessere, così come abbiamo visto il nostro mondo scomparire per rinchiudersi nel piccolo della nostra camera, nei muri delle nostre case, la storia ci insegna che è fatta di grandi lacrime e grandi eroi, messaggi di speranza, gente che resiste, gente che sopporta, che cerca di fare qualcosa di importante, salva vite, difende l'umanità, ci insegna che la vita è più grande di tutto, è la sola cosa che conta.
Allora questo blog. Questo blog arriva per dare un piccolo contributo, per dire che quelle aule vuote non ci hanno fermato, per ricordare a noi stessi che c'è molto di più tra quei banchi e quegli zaini con cui passiamo la maggior parte del tempo. Il coronavirus ci ha privato della nostra libertà, e l'indice della libertà di un popolo, di un Paese si misura con l'indice di accessibilità alla scuola, che è da sempre l'Istituzione formativa più importante, perchè è qui che si misura il ragazzo di oggi, e si forma il cittadino di domani. La scuola c'è. La Dirigente, la Vicepreside, il personale Ata, i docenti, gli alunni, ci siamo tutti perchè quel qualcosa di bello che stavamo costruendo non possa essere interrotto. Ci siamo e siamo presenti anche più di prima, con la nostra indigestione di tecnologia, con le videolezioni, con i compiti, con le connessioni che non sempre reggono, le mail, le videoconferenze che consentono di non recidere quel legame relazionale e di scambio umano che è alla base di questa Istituzione... questo blog è per dire a tutti che mancate, ma per dire che ci siamo.
Ci siamo mentre Dirigente e docenti cercano di redimere problematiche continue, reti sovraccariche e alunni che hanno bisogno di una guida in più, oltre l'orario di servizio, per mettere da parte la nostra e la vostra tristezza, la nostra e la vostra stanchezza, per dire che siamo davvero una comunità, e lì dove non arriva internet, arrivano i sentimenti, vera base di ogni insegnamento, di ogni educazione.
Grazie ragazzi per le vostre parole, le parole che curano.
Questo blog è per noi, per voi.
LDA
Nei vari telegiornali, infatti, gli epidemiologi si esprimono dicendo che siamo ancora in una fase preoccupante: il picco dei malati deve ancora arrivare, la possibilità di un lieve miglioramento ci sarà nei prossimi mesi (ma solo se continuiamo a rispettare tutti le giuste regole di igiene e prevenzione), l’arrivo del caldo darà un grande aiuto, anche se purtroppo per vaccini o cure specifiche ci vorrà ancora tempo.
Se le piazze sono vuote, li ospedali invece sono strapieni, i medici e gli infermieri lavorano ininterrottamente e molte persone purtroppo muoiono perché non riescono ad essere assistite come vorrebbero per mancanza anche di macchinari. La morte di un essere umano in questi casi è atroce, perché entrati in ospedale la vita per loro scompare, e nella drammaticità generale diventano dei numeri nelle stime dei telegiornali, entrano in solitudine senza nessuna persona cara al loro fianco, si sentono abbandonati e lasciati al loro destino, se i medici non riescono a curarli.
Dall’altro lato, ci sono le persone a loro care che soffrono tantissimo, sentendosi impotenti davanti a una realtà così dura, senza poter più vedere almeno per l’ultima volta le persone amate, senza poter dare loro l’ultima carezza, l’ultimo bacio prima di lasciarle andare via. Tutto questo è ingiusto.
Una delle più gravi situazioni più difficili da gestire. Difficili, terribili, perché il virus COVID-19, in poco tempo è riuscito ad arrivare anche da noi, in Italia, dal primo focolaio in Cina fino a diffondersi in tutto il mondo. Sembra un'apocalisse. Il caos e la paura della popolazione generano momenti di sgomento e di grande tensione. Lo Stato ha iniziato ad adottare delle disposizioni drastiche che riguardano tutta la popolazione. Risulato? Nessuno deve uscire di casa. I contagi iniziano ad essere numerosi soprattutto nel Nord dell'Italia, dove le stime dei morti sono impressionanti e dove molti non riescono a dare nemmeno un saluto ai propri cari, nemmeno stringerli per l'ultima volta. Molti sono i ricoverati, soprattutto in terapia intensiva, ma molte sono anche le persone che non hanno sintomi gravi, o addirittura sono asintomatiche e restano in quarantena a casa.
Tutto è cambiato e la paura aumenta.
Gli ospedali sono al collasso, e molti infermieri e medici, diventati ormai i nostri eroi, muoiono per adempiere ai loro doveri, lasciando le proprie famiglie. Ci sono stati un sacco di eventi eccezionali. Le persone cantano e inventano strategie domestiche per alleviare la tensione, per dare un messaggio di speranza, sono state illuminate molte città come segno di vicinanza al dolore. Il Papa ha fatto una benedizione Urbi et Orbi, cioè una benedizione straordinaria mai fatta prima, per Roma e per tutto il mondo. Una celebrazione emozionante ma allo stesso tempo assordante....assordante per il SILENZIO, quel silenzio che ci unisce tutti, adesso. Non pensavo che una celebrazione così silenziosa potesse donare tante emozioni.!!!!!
Tutto è cambiato e la paura aumenta.
Gli ospedali sono al collasso, e molti infermieri e medici, diventati ormai i nostri eroi, muoiono per adempiere ai loro doveri, lasciando le proprie famiglie. Ci sono stati un sacco di eventi eccezionali. Le persone cantano e inventano strategie domestiche per alleviare la tensione, per dare un messaggio di speranza, sono state illuminate molte città come segno di vicinanza al dolore. Il Papa ha fatto una benedizione Urbi et Orbi, cioè una benedizione straordinaria mai fatta prima, per Roma e per tutto il mondo. Una celebrazione emozionante ma allo stesso tempo assordante....
Purtroppo stiamo vivendo questa situazione di pandemia dove siamo in pericolo e dobbiamo rispettare delle regole. In tv e sui social veniamo a conoscenza di questo brutto periodo in cui purtroppo tanta gente muore ed è in pericolo. I medici e gli operatori sanitari sono le persone che rischiano tutti i giorni la vita in prima linea per salvare quella degli altri, ed è brutto vedere in tv la gente intubata e venire a sapere che non ci sono più posti in ospedale, purtroppo anche al Sud si rischia il collasso come al Nord. Come ho appreso dalle notizie, la Cina è stata il primo Stato a venirci in aiuto, mandandoci materiale, attrezzature e medici specialisti. Sono venute anche in nostro soccorso Cuba, Russia e Albania, facendo il possibile per aiutarci; questa è una dimostrazione di affetto e coraggio. Questa pandemia ha creato anche un grande danno economico allo Stato italiano con la chiusura di fabbriche, negozi e molte altre attività.
Si parla di probabili vaccini scoperti, che però ancora non sono sicuri. Vedo un' Italia e un governo che combatte, cercando le migliori soluzioni per tutti noi, sperando che tutto finisca il prima possibile. Uno dei vantaggi è che almeno la terra e la natura stiano ricominciando a respirare, e si sta guarendo dall'inquinamento.
Si parla di probabili vaccini scoperti, che però ancora non sono sicuri. Vedo un' Italia e un governo che combatte, cercando le migliori soluzioni per tutti noi, sperando che tutto finisca il prima possibile. Uno dei vantaggi è che almeno la terra e la natura stiano ricominciando a respirare, e si sta guarendo dall'inquinamento.
Daniel Sacchetti
La nostra vita tornerà ad essere ancora la stessa perchè questo virus passerà e potremmo ricominciare ad andare a scuola, uscire e studiare tranquillamente senza videolezioni.
La didattica a distanza e’ uno strumento di studio diverso da quello normale. Penso che la didattica a distanza sia uno strumento per studiare un po’ più complesso di quello normale perche’ per me studiare in questo modo è un po’ scomodo.
Certo, i vantaggi ci sono come abituarsi allo studio con altri metodi, imparare a usare il computer non solo per guardare i video ecc, ma anche per scopi didattici.
Ma ci sono anche svantaggi: la maggior parte dello studio devi farlo da solo mentre a scuola c’erano i proff che spiegavano l’argomento e ti davano la possibilità di fare i compiti. La scuola in questo periodo ha lo scopo di farci studiare anche a distanza, rimanendo in contatto con le professoresse e i professori anche fuori dalla classe.
Samuele Genova
Caro Coronavirus,
Colgo l'occasione per esprimere l'opinione che ho su di te e di tutte le conseguenze che sto subendo per colpa tua. Io sono uno studente del I anno dell' IPSIA di Montenero di Biasccia, abituato a prendere l'autobus da Termoli alle 7:50 e rientrare alle 14:45. Dopo i compiti ero abituato ad uscire con i miei amici e incontrarmi con i parenti tutti. Ora mi trovo, per colpa tua, a restare sempre in casa a "combattere!" con mia sorella più piccola, mio padre e mio zio che mi opprimono con i compiti, che sono diventati più difficili da eseguire causa la mancata spiegazione dal vivo dei miei cari(ssimi) professori; ora mi trovo a non poter più uscire di casa con i miei amici, e, tu non lo sai, alla mia bicicletta si è fatta la ruggine sulla catena causa l'inutilizzo; mi sto facendo le dita quadrate sul controller
per il continuo giocare alla PlayStation; sono isolato e non vedo più nessuno, in poche parole STO IMPAZZENDO!!! 
Forse è minimo il dramma che sto vivendo io in confronto alle persone che hai fatto ammalare o hai ucciso e ai loro cari che non sono potuti star loro vicino per un minimo di conforto o per l'ultimo saluto, Beh! Comunque fa male lo stesso, come forte è la fatica e il dolore che possono provare il personale sanitario
in trincea negli ospedali, e sì TRINCEA, perché questa è una guerra che il genere umano combatte contro di te senza distinzione di sesso, religione, cultura e nazionalità, in poche parole senza confini.
Perché tu non hai avuto nessun confine per diffonderti e anche velocemente hai viaggiato da una nazione a un'altra senza PAGARE
il biglietto, senza che nessuno ti abbia invitato sei venuto nella mia terra e stai lasciando morti, paure, solitudini e disastri economici, ma non ti preoccupare ti DISTRUGGEREMO.
Ti abbiamo già isolato e le migliori menti troveranno il vaccino e poi non ci farai più paura, riprenderemo le nostre abitudini, riabbracceremo i nostri cari e io rimetterò in uso la mia bicicletta e poi potremmo tornare (finalmente) a scuola.
Sono stanco.
Caro Coronavirus,
Colgo l'occasione per esprimere l'opinione che ho su di te e di tutte le conseguenze che sto subendo per colpa tua. Io sono uno studente del I anno dell' IPSIA di Montenero di Biasccia, abituato a prendere l'autobus da Termoli alle 7:50 e rientrare alle 14:45. Dopo i compiti ero abituato ad uscire con i miei amici e incontrarmi con i parenti tutti. Ora mi trovo, per colpa tua, a restare sempre in casa a "combattere!" con mia sorella più piccola, mio padre e mio zio che mi opprimono con i compiti, che sono diventati più difficili da eseguire causa la mancata spiegazione dal vivo dei miei cari(ssimi) professori; ora mi trovo a non poter più uscire di casa con i miei amici, e, tu non lo sai, alla mia bicicletta si è fatta la ruggine sulla catena causa l'inutilizzo; mi sto facendo le dita quadrate sul controller
Forse è minimo il dramma che sto vivendo io in confronto alle persone che hai fatto ammalare o hai ucciso e ai loro cari che non sono potuti star loro vicino per un minimo di conforto o per l'ultimo saluto, Beh! Comunque fa male lo stesso, come forte è la fatica e il dolore che possono provare il personale sanitario
Perché tu non hai avuto nessun confine per diffonderti e anche velocemente hai viaggiato da una nazione a un'altra senza PAGARE
Ti abbiamo già isolato e le migliori menti troveranno il vaccino e poi non ci farai più paura, riprenderemo le nostre abitudini, riabbracceremo i nostri cari e io rimetterò in uso la mia bicicletta e poi potremmo tornare (finalmente) a scuola.
Sono stanco.
Patrizio Roncone
Oggi, tra le misure restrittive vi è la quarantena, che ci impone di stare a casa ed evitare qualsiasi forma di contatto con le altre persone. I media hanno lanciato la campagna io resto a casa, proprio per far capire l'importanza dello stare a casa. Penso che questa situazione sia estenuante, perchè siamo privi di ogni libertà, spero che finisca al più presto e sono convinto che se tutti noi facciamo la nostra parte tutto andrà bene.
Simone Santagapita
Simone Santagapita
Un enorme e magnifico lavoro !
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