STELLE NEL VENTO. I GIOVANI RICORDANO LA SHOAH!

               STELLE NEL VENTO

                       Una storia 

Caro amico mio,

vorrei farti dono di alcune pagine a me care, scritte dal mio bisnonno, ebreo, nel periodo della Seconda Guerra mondiale. Mai avrei creduto che la brutalità della guerra e della ferocia umana potessero tornare realtà. Voglio farti dono di queste pagine, perché credo che siano significative, perché la pace è il dono che facciamo gli uni agli altri. Ma lasciami raccontare.

Stamattina ho deciso di pulire la soffitta, e non avrei mai pensato che questo gesto, di per sé ordinario e fastidioso, avesse per me dei risvolti così importanti. Non avrei mai potuto immaginare che la mia vita sarebbe cambiata all’improvviso. Ho trovato un vecchio diario, un diario dalle pagine consunte, ma ancora leggibili, piene di storia, di significato. Credo sia del bisnonno, chissà perché l'avevo dimenticato. Dopo averlo letto ho capito che il passato insegna, che il passato non va dimenticato, perché la conoscenza di quello che è stato può indirizzare le nostre azioni future al meglio. Resto sconvolto da quello che è stato.

Ripeto commosso tra me e me le parole del bisnonno, le parole del suo diario, il suo racconto sul dramma della deportazione, eppure credo che  la sua eredità in termini di difesa dei diritti umani, è un’eredità che fa riflettere perché ci ricorda che la dignità di ognuno va difesa e rispettata. Il suo diario parla delle pagine più brutte della storia dell’umanità. Ma da queste pagine può nascere una speranza di bene, in quei Paesi del mondo in cui la guerra, l’oscurantismo e la violenza mortificano ancora oggi la vita dell’uomo, da queste pagine può nascere un nuovo seme, per la difesa della vita e della sua dignità. Amico mio, ti faccio dono di queste pagine, perché possano darti il coraggio e farti credere che un mondo di pace e di rispetto è possibile.

Dicembre 1934

Caro Diario, sono Gabriele, ho 24 anni, mio padre è israelita e mia madre è italiana, ma per motivi di lavoro nel 1930 siamo venuti in Germania, più precisamente a Berlino, qui ho aperto un piccolo negozio. Non avrei mai pensato che avrei dovuto chiuderlo a causa delle leggi razziali, di lí a poco.

Novembre 1935

Caro Diario, ormai da quando ha preso piede il nazionalsocialismo ci trattano come immondizia, ci danno la colpa di cose che non abbiamo fatto, ci hanno tolto i diritti, la cittadinanza, ci hanno costretti a cucire e a indossare delle stelle sui vestiti, non possiamo più entrare nei negozi e in molti sono stati licenziati, la situazione è già abbastanza tragica, molti non sanno cosa fare, i ghetti sono stretti e soffocanti, le guardie sono violente con noi, i miei genitori sono ormai anziani e non lavorano più, tutto dipende da me, nel frattempo ho scritto una lettera a mio zio, il fratello di mamma, lui non si è convertito, ci invia, quando può, dei soldi, e racconta che in Italia la situazione nei confronti degli Ebrei, è stabile.

Novembre 1938

Caro Diario, oggi è 8 novembre ed ormai è notte, però c'è un gran casino, non so cosa stia succedendo, ma sento dei vetri che si rompono, puzza di fumo e delle persone urlano, un urlo terribile, blocca il sangue nelle vene, è terribile. Poco fa la portinaia ci ha avvertito che dei soldati stanno portando via le persone dal ghetto ma non sa per quale destinazione, le sembravano diretti alla stazione, noi ci siamo nascosti, i miei sono impauriti e non sappiamo cosa fare...Per adesso restiamo nascosti, fuori non si vedono le stelle.

Agosto 1939

Caro Diario, 

anche andare a fare la spesa è difficile e i miei stanno sempre peggio...Abbiamo una stella cucita sui vestiti, dicono per riconoscerci. Intanto ho scritto nuovamente a mio zio, ringraziandolo e chiedendo qual è la situazione in Italia, mi ha scritto che anche lì ormai da un anno hanno tolto i diritti e la cittadinanza a tutti gli ebrei e già si vocifera di una possibile deportazione verso la Germania. Intanto qui nei territori del Reich si sentono storie di una possibile guerra con la Polonia.

Ottobre 1941

Caro Diario, le storie sulla guerra sono drammaticamente vere, di continuo si sentono bombardamenti e scoppi. È un dramma senza fine, senza umanità. Fino a poco tempo fa si parlava di campi di deportazione, in cui si lavora a ritmi disumani, in cui le persone volano via nel fumo, in cui anche una doccia fa paura, in cui un numero sul braccio è una nuova identità, ma ora si sentono storie su campi di sterminio in cui si può morire in tanti modi, in cui molti dei miei amici sono morti, svaniti come stelle nel vento, speriamo che non ci scoprano...

Febbraio 1944

Caro Diario, ti scrivo, dopo tanto tempo, una bella notizia, da qualche giorno si dice che i Sovietici e gli Alleati avanzino velocemente, liberando i Campi e scoprendo l'orrore. Si dice che si muore in tanti modi, ma mai come quando ti tolgono l’umanità, la dignità, la fiducia nella vita. Provo a pensare al sole, dentro i campi di sterminio, al sole tra le fessure del filo spinato, al sole che illumina la morte, al vento che passa, incurante del dolore della gente. Mi chiedo come questo possa accadere. Forse perché si è perso il senso dell’umano, si è sprofondati nel baratro dell’egoismo, dell’indifferenza, della sete di potere. L’Inferno dantesco non è nulla. Come dice Primo Levi, qui ci sono i sommersi e i salvati.

Maggio 1945

Caro Diario, i Sovietici sono a Berlino, ci stanno dando una mano a fuggire e a ricongiungerci ai nostri cari, io in particolare ho incontrato mio cugino, di cui non avevo più notizie, mi ha detto che la zia non ha sopportato il tutto e si è lanciata contro la recinzione elettrificata, mentre lui con gli occhi vuoti, racconta l'orrore con freddezza, come se non provasse nulla, era dimagrito parecchio, speriamo che tutto questo non riaccada mai più. Speriamo che in futuro non ci siano donne brutalizzate, che in tutti gli Stati del mondo si possa parlare di Democrazia e del Rispetto dei Diritti Umani, che la dignità unisca i popoli nella difesa della pace e della libertà.


  

"Ma da queste profonde ferite 

    nasceranno farfalle libere" 

      (Alda Merini)


L'elaborato è a cura dei ragazzi della classe IV. Il testo è di Marco Del Grande, della classe II A. Grazie per l'attenzione, perchè ci sia un mondo basato sul rispetto, sulla bellezza dell'umanità.

 



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